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Moda sostenibile: cosa sapere e trend 2024

Sostenibile è fashion- la moda del 2024 è amica dell’ambiente

Crescono sempre più la consapevolezza e l'impegno, anche nel settore della moda, per adottare pratiche più sostenibili e responsabili. Sono moltissimi, infatti, i brand di abbigliamento e accessori che stanno aderendo al green fashion per ridurre l’impatto ambientale e rendere i prodotti di moda più allineati con i principi dell’economia circolare. Dall'utilizzo di alternative sostenibili ai materiali tradizionali, all'ottimizzazione dei processi produttivi per ridurre gli sprechi, fino allo sviluppo di nuove tecnologie. Anche il mondo della moda vuole contribuire alla transizione ecologica: ecco alcuni esempi di moda etica e sostenibile.

 

Il settore della moda rappresenta una delle industrie più inquinanti, responsabile del 15% delle emissioni di CO2 a livello globale anche a causa del fast fashion: secondo i dati dell'Agenzia europea dell'ambiente, infatti, dal 4 al 9% di tutti i prodotti tessili immessi sul mercato in Europa viene distrutto prima dell’uso, per un totale compreso tra 264.000 e 594.000 tonnellate di tessili distrutte ogni anno. Inoltre, circa un terzo di tutti gli indumenti acquistati online finisce in discarica dopo essere stato restituito. Ma che cos’è la moda sostenibile? Rappresenta l'impegno di alcune realtà del settore a favore dell’ambiente e di uno sviluppo sociale ed economico sostenibile dell'industria della moda, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite. 

La sostenibilità passa dai funghi

All'interno dell'industria della moda, la pelletteria rappresenta il 15% del mercato del lusso ed è responsabile di enormi danni ambientali collegati all'allevamento di bovini. Oggi una scoperta innovativa può rivoluzionare questo settore, rendendolo più sostenibile: il micelio, un'alternativa alla pelle a base di funghi. Questo materiale deriva dalla parte vegetativa (le “radici”) del fungo e, rispetto alla pelle animale, è meno inquinante e più veloce da produrre. Ha caratteristiche che ricordano aspetto e sensazione della pelle animale, con vantaggi indiscutibili: il micelio, infatti, presenta maggiore durata e resistenza, ma soprattutto non produce emissioni. A portare avanti la sperimentazione sulla “pelle di funghi” è una società di biotecnologia della Carolina del Sud, MycoWorks, ma brand noti come Adidas e Stella McCartney la stanno già utilizzando per sviluppare alcuni prodotti eco-friendly

Un'iniziativa per produrre cotone rispettando l'ambiente

Per limitare l’impatto ambientale causato dalla produzione di cotone, gli Stati Uniti hanno lanciato il programma “Climate Smart Cotton”. In un settore dove ogni anno, solo per l’industria tessile e dell’abbigliamento, vengono prodotte oltre 26 milioni di tonnellate di cotone, questa iniziativa punta a dimezzare l’impronta di carbonio entro il 2030 e a raggiungere il net zero entro il 2050. Il “Climate Smart Cotton” si rivolge, dunque, ai coltivatori di cotone, promuovendo l'adozione di pratiche agricole rispettose dell'ambiente e incentivando soluzioni innovative all'insegna della sostenibilità. 

C'era una volta una bottiglia PET

Anche i tessuti riciclati svolgono un ruolo fondamentale nella promozione della sostenibilità nell'industria della moda: anziché produrre nuovi materiali da materie prime vergini, i tessuti riciclati sfruttano materiali già esistenti, riducendo così la necessità di estrarre e lavorare nuove risorse naturali. Tra i prodotti innovativi ricavati da materiali riciclati, con processi produttivi a basso impatto ambientale, troviamo ad esempio gli indumenti Polartec, realizzati con filamenti derivati da bottigliette PET. I benefici per l'ambiente sono numerosi: si stima, infatti, che per ogni chilogrammo di PET riciclato vengano evitati circa 3 kg di CO2. 

Anche la moda “sposa” la sostenibilità

Ebbene sì, anche il giorno più bello può contribuire alla salvaguardia dell'ambiente! Alcuni brand, specializzati in abiti da sposa, stanno infatti confezionando modelli 100% sostenibili. È il caso, ad esempio, del marchio australiano Lost in Paris, che rielabora tessuti recuperati nei mercatini dell’usato. Il brand californiano Reformation, invece, realizza abiti da sposa con tessuti invenduti e utilizza packaging interamente vegetali e compostabili. Inoltre, riporta su ogni etichetta quanti kg di CO2 sono stati emessi e quanti litri di acqua sono serviti per produrre quel determinato capo. Infine, la collezione di abiti da sposa WeDoEco utilizza tessuti eco-certificati, perline in vetro riciclato e cerniere ottenute da materiali riciclati come il PET. 

Il tessuto che ricicla le foglie

Circa 40 mila tonnellate di foglie di ananas ogni anno vengono distrutte per portare sulle nostre tavole questo frutto esotico. Qualcuno, però, ha pensato bene di dare una seconda vita a questo materiale di scarto, brevettando Piñatex, un tessuto ispirato ai principi dell’economia circolare: si tratta, infatti, di un’alternativa green alla pelle utilizzata nell’industria del fashion. Per realizzarla, vengono estratte dalle foglie di ananas le fibre, che subiscono poi un processo di lavaggio ed essiccazione. E oggi sono centinaia i brand che impiegano questo materiale per produrre sneakers, borse, portafogli... 

Perché scegliere la moda sostenibile? 

Scegliere prodotti d’abbigliamento sostenibili è una scelta di consumo responsabile, che consente di contribuire alla difesa dell’ambiente, della biodiversità e delle risorse naturali della Terra. Inoltre, questo semplice gesto favorisce le aziende di moda più attente alle tematiche sociali, come l’inclusione, il rispetto dei diritti dei lavoratori e l’adozione di sistemi di produzione sostenibili. 

 

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