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Packaging ecosostenibile: cos'è e quando è sostenibile

Packaging ecosostenibile - A2A

Le aziende del packaging stanno vivendo un momento di grande trasformazione: da una parte le normative europee impongono obiettivi sempre più ambiziosi di riciclabilità degli imballaggi, dall’altra i consumatori prestano sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità e del riciclaggio.

Anche per l’industria dell'imballaggio, quindi, la sostenibilità è diventata un tema cruciale. Sin dalla fase di progettazione, ogni step deve tenere conto dell’impatto ambientale, a cominciare dalla scelta dei materiali impiegati. Il packaging ecosostenibile deve essere realizzato con materiali rinnovabili, naturali o riciclati che possono essere riutilizzati più volte.

Il packaging ecosostenibile è la risposta dell’industria dell’imballaggio per adottare un approccio di economia circolare. Gli imballaggi eco-friendly sono progettati per essere riciclabili o compostabili, affinché la confezione da rifiuto possa diventare una fonte di materie prime per la creazione di nuovi prodotti.

Cos’è il packaging ecosostenibile

Gli imballaggi sostenibili ed ecologici sono un tipo di packaging progettato per diminuire l’impatto ambientale dell’imballaggio. Allo stesso tempo, deve comunque assolvere alla sua funzione di protezione del prodotto, conservazione e informazione nei confronti dei consumatori.

La sostenibilità ambientale del packaging è determinata da diversi aspetti. Ad esempio, l’imballaggio deve essere leggero e flessibile, senza eccessi di materiale nel confezionamento. Inoltre, è fondamentale che sia facile da riciclare, senza nessun tipo di imballaggio aggiuntivo superfluo.

Packaging sostenibile: esempi

Un esempio di packaging ecosostenibile sono gli imballaggi biodegradabili e compostabili come le bioplastiche, oppure il packaging realizzato in carta certificata FSC, ovvero con materie prime provenienti da foreste gestite in modo sostenibile e responsabile.

Soluzioni innovative sono il packaging idrosolubile a base di polivinilico che si discioglie in acqua dopo l’uso, oppure gli imballaggi realizzati dalle alghe che si biodegradano in 4-6 settimane. Lo stesso succede con il packaging di origine vegetale, purché non si utilizzino nuove coltivazioni dedicate ma scarti di lavorazione di altre attività.

L’economia circolare degli imballaggi sostenibili

Per favorire la transizione a un’economia circolare, le aziende che producono imballaggi stanno ripensando l’intero ciclo di vita dei materiali. Un packaging che risponde ai criteri dell’economia circolare è un imballaggio progettato per ridurre l’impatto ambientale, sia nella fase di produzione, sia nel fine vita grazie alla possibilità di riciclo o riutilizzo.

In questo modo, una volta che il packaging ha terminato la sua funzione di trasporto e protezione, i materiali di cui è costituito possono essere reintrodotti nel ciclo produttivo, generando ulteriore valore. Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale intervenire sin dalla fase di progettazione.

Come deve essere un packaging sostenibile

Le fasi di progettazione del packaging incidono in modo rilevante sugli sprechi, perciò è proprio in questa fase che le aziende stanno modificando i loro processi di progettazione verso un modello di design sostenibile, detto anche eco-design. Si tratta di un settore in piena evoluzione che persegue obiettivi precisi, quali: la riduzione degli sprechi, il controllo dei consumi energetici e delle emissioni, il riciclo e il riuso.

Nel progettare il packaging secondo i criteri dell'eco-design, le aziende ricercano le migliori soluzioni da adottare per raggiungere obiettivi in termini di:

  • Riciclabilità, scegliendo le materie prime che vengono estratte in modo responsabile e con il minor consumo di acqua ed energia;
  • Facilità di separazione dei materiali di imballaggio, in quanto i diversi materiali che costituiscono un imballaggio si devono poter separare facilmente per il corretto conferimento nella raccolta differenziata;
  • Minor utilizzo di materie prime, ottenibile attraverso la riduzione delle dimensioni del packaging e l’alleggerimento; ciò produce un altro vantaggio, infatti la riduzione volumetrica del packaging ha ripercussioni sui costi logistici e di trasporto diminuendo la carbon footprint di queste attività;
  • Utilizzo di materie prime rinnovabili, ovvero quelle materie di origine vegetale che per loro natura si rigenerano o non sono esauribili, ad esempio il legno, i prodotti agricoli, i tessuti di origine vegetale;
  • Compostabilità in un’ottica di economia circolare, poiché l’impiego di packaging compostabile aiuta a ridurre la quantità di rifiuti conferiti in discarica e il mantenimento della fertilità dei suoli; si ricorre all’utilizzo di materiali di origine organica e biodegradabili, che durante il processo di compostaggio si decompongono completamente producendo anidride carbonica, biomassa e acqua;
  • Semplificazione del sistema di imballaggio, in quanto a volte si aggiungono elementi superflui solamente per renderlo più vistoso e appariscente senza una reale utilità;
  • Riutilizzo al fine di prolungare la vita utile del packaging, migliorando il tasso di riciclo dei rifiuti e semplificando il processo per il consumatore.

L’eco design è il nuovo modello di progettazione che sta progressivamente entrando in diversi settori della produzione, per rendere i processi produttivi più sostenibili e conformi alle logiche dell'economia circolare.

La strategia dell’Unione europea in materia di packaging sostenibile

La strategia dell’Unione Europea in materia di packaging ecologico e sostenibile prevede entro il 2030 che tutti gli imballaggi e le confezioni in plastica sul mercato UE siano riciclabili. Inoltre, il consumo di plastica monouso e l'uso delle microplastiche deve essere limitato, come stabilito ad esempio dalla direttiva SUP (Single Use Plastic).

La direttiva 94/62/UE definisce le disposizioni dell’UE sulla gestione degli imballaggi e dei rifiuti da essi derivanti. La normativa mira ad armonizzare le misure dei paesi membri in materia di gestione degli imballaggi e del loro smaltimento, una volta diventati rifiuti. Inoltre, punta a migliorare la qualità dell’ambiente prevenendo e riducendo l’impatto sull’ambiente degli imballaggi e dei rifiuti da essi derivanti.

La direttiva 94/62/CE è stata aggiornata nel 2018 con l’approvazione della direttiva (UE) 2018/852. Quest’ultima contiene misure aggiornate tese a prevenire la produzione di rifiuti di imballaggi e a promuovere il riutilizzo, il riciclaggio e altre forme di recupero del packaging.

La direttiva si applica a tutti gli imballaggi immessi sul mercato europeo e a tutti i rifiuti d’imballaggio utilizzati o scartati da industrie, esercizi commerciali, uffici, laboratori, servizi, nuclei domestici e qualsiasi altra provenienza.

Gli obiettivi europei per ridurre il packaging dei prodotti

Entro il 31 dicembre 2025 almeno il 65% in peso di tutti i rifiuti di imballaggio dovrà essere riciclato. Gli obiettivi di riciclaggio per ciascun materiale sono:

  • 50% per la plastica;
  • 25% per il legno;
  • 70% per i metalli ferrosi;
  • 50% per l’alluminio;
  • 70% per il vetro;
  • 75% per la carta e il cartone.

Entro il 31 dicembre 2030 almeno il 70% in peso di tutti i rifiuti di imballaggio sarà riciclato. Gli obiettivi sono:

  • 55% per la plastica;
  • 30% per il legno;
  • 80% per i metalli ferrosi;
  • 60% per l’alluminio;
  • 75% per il vetro;
  • 85% per la carta e il cartone.

In questo modo, il quadro normativo sta accompagnando l’industria dell’imballaggio a un graduale passaggio da un modello di economia lineare a un modello di economia circolare.

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