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Dagli sprechi tessili al second hand: le novità dal mondo della moda no waste

Sprechi tessili, second hand e moda no waste - A2A

“Cosa mi metto oggi?”. Una domanda semplice, di tutti i giorni. Ma dietro quella scelta si nasconde un mondo fatto di produzione, trasporti, consumi e sprechi. Scegliere cosa indossiamo significa anche decidere che tipo di impatto vogliamo avere. Ogni capo ha una storia fatta di chilometri percorsi, litri d’acqua consumati ed emissioni generate. Spesso, però, finisce dimenticato in un cassetto o buttato via. Ogni secondo, infatti, viene buttato nel mondo l’equivalente di un camion carico di vestiti. Come stiamo affrontando questo problema globale? E cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo?

L’impatto ambientale della moda

Negli ultimi decenni, la moda è cambiata tantissimo. Non solo in termini di stile. Oggi il problema più urgente riguarda quello che non vediamo: rifiuti, inquinamento, consumo di risorse. Secondo l’Ellen MacArthur Foundation, ogni anno nel mondo finiscono in discarica circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. Una cifra enorme, che racconta bene quanto il settore moda sia dominato da un modello “usa e getta”.

In un solo anno, infatti, vengono prodotti circa 100 miliardi di capi d’abbigliamento (McKinsey), ma la maggior parte viene usata poche volte e poi dimenticata o buttata. Il motivo? In parte è colpa della fast fashion, che ogni settimana lancia nuove collezioni, spesso realizzate con materiali sintetici poco durevoli e pieni di microplastiche.

Ma per fortuna c’è anche un altro trend, questa volta positivo: la consapevolezza sta crescendo. Sempre più persone si fanno domande prima di comprare, scelgono con attenzione, danno nuova vita a ciò che hanno già. E non sono da sole: anche istituzioni, brand e designer stanno ridisegnando il mondo della moda.

Le regole che stanno cambiando il mondo della moda

Il cambiamento è in corso, anche grazie a nuove norme e tassazioni. In Europa, si sta discutendo l’introduzione di tasse ambientali sulla fast fashion per scoraggiare i modelli produttivi più impattanti. La Francia, ad esempio, è tra i primi Paesi ad aver avviato misure concrete in questa direzione.

Sempre a livello europeo, si sta affrontando il problema con il regolamento Ecodesign per spingere i produttori a realizzare capi più durevoli, riparabili e facili da riciclare. Anche il Passaporto Digitale del Prodotto, che renderà trasparente la storia di ogni capo, è un passo avanti verso un’industria più responsabile.

Ma serve un cambio di mentalità più allargato: non basta produrre meglio, dobbiamo anche imparare a consumare meglio e a riciclare molto di più. Le soluzioni più efficaci sono quelle che mettono in gioco tutti. Per fortuna, il settore della moda sostenibile è in pieno fermento: il noleggio, il second hand e il riuso creativo dei capi (upcycling) stanno diventando sempre più popolari.

Cosa possiamo fare noi, già da oggi

Anche nel nostro piccolo possiamo fare molto. Integrare scelte più sostenibili nel modo in cui ci vestiamo non è complicato. Anzi, spesso è anche più economico e divertente. Un esempio? Il second hand: un’indagine riportata da Avvenire, mostra che un italiano su due ha acquistato almeno un capo usato nell’ultimo anno. È una scelta semplice ma potente: riduce gli sprechi, dà nuova vita a vestiti già prodotti e aiuta il portafoglio. 

Ecco qualche idea pratica aggiuntiva per avere un guardaroba più green:

  • compra meno e meglio: punta su capi di qualità, fatti per durare, magari in materiali naturali e sostenibili. Non solo inquinano meno, ma spesso vestono meglio;
  • dai nuova vita a ciò che esiste già: esplora negozi second hand, mercatini o app dedicate all’usato. Trovi pezzi unici, già pronti per essere indossati di nuovo;
  • ripara invece di buttare: un bottone staccato o una cucitura rotta? Non è la fine di un capo, ma un’occasione per imparare a sistemarlo. A volte basta davvero poco;
  • lava con più attenzione: scegli cicli brevi e a basse temperature, usa detersivi ecologici e limita i lavaggi inutili. Fa bene all’ambiente e anche ai tuoi vestiti;
  • scambia vestiti: organizza uno swap party con amici o partecipa a eventi di scambio. È un modo divertente per rinnovare l’armadio senza comprare nulla;
  • ricicla correttamente: quando un capo è davvero arrivato a fine corsa, non buttarlo nell’indifferenziata. Donalo, portalo nei centri di raccolta o riciclalo tramite i canali giusti.

In fondo, non si tratta di rinunciare allo stile, ma di riscoprire il valore delle cose, per rispettare le risorse, il lavoro e il futuro.

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