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Audit energetico per le aziende: cos’è e quando è obbligatorio

Audit energetico aziendale - A2A Energia

L’energia rappresenta uno dei fattori più rilevanti per la competitività delle imprese. Per le aziende, piccole o grandi, questo significa una sola cosa: tenere sotto controllo i consumi non è più un’opzione, ma una vera necessità. L’audit energetico, o diagnosi energetica, è lo strumento che aiuta proprio in questo: capire quanta energia consuma la tua azienda, dove si nascondono gli sprechi e quali interventi possono rendere l’attività più efficiente e competitiva.

Cos’è un audit energetico

L’audit energetico, o diagnosi energetica, è una procedura sistematica che permette alle imprese di conoscere in modo dettagliato i propri consumi di energia e individuare opportunità concrete di risparmio. Attraverso la diagnosi energetica si ottengono:

  • un’analisi del profilo di consumo energetico (elettrico e termico) di edifici, impianti e processi produttivi;
  • la possibilità di misurare l’efficienza dei propri impianti di illuminazione, riscaldamento o linee produttive;
  • un report chiaro e personalizzato con interventi di efficientamento utili a ridurre costi e sprechi.

Per questo, l’audit non è solo un obbligo normativo per alcune categorie di imprese, ma un vero strumento strategico di competitività.

Chi è obbligato a fare la diagnosi energetica?

In Italia, l’obbligo di audit energetico è stato introdotto con il D.Lgs. 102/2014 (poi aggiornato dal D.Lgs. 141/2016) e oggi è in fase di evoluzione per adeguarsi alla nuova Direttiva UE 2023/1791

Ad oggi, devono svolgere l’audit energetico ogni 4 anni:

  • le grandi imprese, cioè aziende con più di 250 dipendenti o con fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro o bilancio superiore a 43 milioni di euro;
  • le imprese a forte consumo energetico. 

Dall’11 ottobre 2025, con il recepimento della Direttiva, i criteri cambieranno e non saranno più basati solo sulle dimensioni dell’impresa, ma sui consumi energetici effettivi:

  • le aziende con un consumo annuo medio superiore a 85 TJ, dovranno adottare un sistema di gestione dell’energia certificato da un organismo indipendente secondo le norme pertinenti entro l’11 ottobre 2027;
  • le imprese che consumano più di 10 TJ all’anno e non hanno un sistema di gestione energia dovranno eseguire un audit energetico entro ottobre 2026, da ripetere ogni 4 anni, con l’obbligo di elaborare un piano d’azione concreto basato sulle raccomandazioni.

Nonostante l’introduzione di questo nuovo sistema che si basa prettamente sul consumo energetico, le imprese che già rispettano l’obbligo di audit dovranno continuare a farlo periodicamente ogni 4 anni, continuando ad adeguarsi alle regole. L’obbligo di diagnosi energetica non riguarda solo le imprese, ma anche gli edifici. A stabilirlo è il Decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015, che prevede l’obbligo di redigere una diagnosi energetica nei casi di ristrutturazione o sostituzione di impianti con potenza pari o superiore a 100 kW.

Chi è esentato dall’obbligo?

Non sono invece obbligate a fare la diagnosi energetica le aziende che:

  • già attuano un sistema di gestione ambientale certificato da un organismo indipendente secondo norme europee o internazionali rilevanti (ad esempio EN ISO 14001) a condizione che tale sistema includa un audit energetico conforme
  • hanno sottoscritto contratti di rendimento energetico conformi ai requisiti di legge.

Chi può svolgere l’audit energetico?

Secondo la normativa, gli audit dovranno essere svolti da esperti qualificati o accreditati o sorvegliati da autorità indipendenti. In alcuni casi è possibile procedere con l’esecuzione da esperti interni o auditor dell’energia, con criteri di qualità più stringenti per garantire risultati affidabili. L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) svolge il controllo sul 100% delle diagnosi svolte da auditor interni all'impresa.

Cosa si fa durante un audit?

Un audit energetico non è una semplice fotografia dei consumi: è un’analisi approfondita che permette di capire come, dove e quando l’energia viene utilizzata all’interno dell’azienda. Si tratta di un percorso strutturato che si articola in diverse fasi:

  1. raccolta dei dati di consumo: si parte con la raccolta di tutte le informazioni utili come bollette, dati contabili, schede tecniche degli impianti, abitudini di utilizzo;
  2. analisi e modellazione dei consumi: una volta raccolti i dati, si analizza come l’energia viene distribuita tra i diversi usi (illuminazione, climatizzazione, linee di produzione, uffici, magazzini). In questa fase si costruiscono degli indicatori energetici che aiutano a capire l’efficienza delle varie aree e a individuare eventuali sprechi;
  3. bilancio energetico aziendale: si realizza un bilancio dettagliato che mostra in maniera chiara la “mappa” dei consumi: quanto incide ogni reparto, impianto o servizio sul fabbisogno complessivo;
  4. definizione degli interventi di efficientamento: sulla base delle criticità emerse, vengono proposti interventi concreti per ridurre i consumi. Le soluzioni possono essere di diversa natura: sull’involucro edilizio, sugli impianti oppure possono riguardare l’installazione di energie rinnovabili o la sostituzione di apparecchi obsoleti con modelli moderni;
  5. monitoraggio e verifica dei risultati: dopo l’attuazione delle misure di efficientamento, è importante controllare l’effettivo andamento dei consumi. Il monitoraggio consente di valutare se gli interventi hanno dato i risultati attesi e, se necessario, di introdurre ulteriori correttivi.

Grazie a questo processo, l’azienda può pianificare meglio le proprie attività, ridurre la propria Carbon Footprint, gli impatti ambientali e migliorare la propria immagine di sostenibilità verso clienti, fornitori e partner.

Quanto costa un audit energetico?

Il costo di un audit energetico non è fisso, ma dipende da diversi fattori, tra cui:

  • le dimensioni dell’azienda;
  • la complessità degli impianti e dei processi produttivi;
  • il numero di sedi o stabilimenti da analizzare.

In generale, il costo di una diagnosi energetica può andare da 1.000 euro fino a 10.000 euro a seconda del caso. Ogni realtà avrà un investimento diverso, proporzionato al livello di dettaglio richiesto e alla quantità di dati da raccogliere e analizzare.

Dove posso trovare un audit energetico gratuito o agevolato?

Un audit energetico vero e proprio richiede competenze tecniche e quindi non è generalmente gratuito. Tuttavia, esistono diversi strumenti e agevolazioni (nazionali, regionali e locali) che permettono alle imprese, soprattutto alle PMI, di accedere a diagnosi energetiche a costo ridotto:

  • strumenti nazionali: ENEA mette a disposizione ATENEA4SME, un software gratuito che supporta le PMI nella redazione della diagnosi energetica. Il tool, disponibile sul portale ENEA Audit 102, consente di inserire i dati sui consumi, generare un inventario energetico e ottenere un report finale con possibili interventi di efficientamento, valutati anche in termini costi/benefici;
  • Iniziative regionali e locali: alcune regioni promuovono bandi dedicati. Per esempio, in Friuli Venezia Giulia, l’Agenzia per l’Energia (APE FVG), nell’ambito del progetto Ip4Fvg-Edih, offre audit energetici gratuiti alle piccole imprese e a condizioni vantaggiose per le medie imprese. L’obiettivo è aiutare le PMI a individuare le utenze più energivore e ad avviare interventi di efficienza;

In più, ci sono incentivi nazionali, come il Piano Transizione 4.0, per il quale le imprese che investono in tecnologie per l’efficienza energetica possono accedere a crediti d’imposta che riducono sensibilmente l’onere economico degli interventi successivi all’audit. 

Accanto agli obblighi normativi, ci sono anche opportunità concrete per le imprese, soprattutto le PMI, che vogliono avviare un percorso di efficientamento energetico con il supporto di servizi e iniziative territoriali. 

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