Con l'entrata in vigore del DL 196/21, l’Italia recepisce la direttiva europea 2019/904/Ce e dice stop alla plastica monouso
Dal 14 gennaio 2022 l’Italia dice addio alla plastica monouso. Il divieto non si applica ai prodotti biodegradabili o compostabili con almeno il 40% di materia prima rinnovabile.
I prodotti di plastica monouso comprendono un’ampia gamma di prodotti di consumo frequente e rapido che, una volta usati, vengono gettati e difficilmente risultano riciclabili, pertanto tendono a diventare rifiuti che persistono per lunghi periodi nell’ambiente.
Il decreto legge 196/21 recepisce la direttiva europea 2019/904/CE, che ha come scopo quello di promuovere approcci circolari che privilegiano prodotti e sistemi riutilizzabili, sostenibili e non tossici, piuttosto che prodotti monouso. Dunque l'obiettivo primario è diminuire la quantità di sostanze non biodegradabili immessa nell’ambiente.
La normativa rivolge particolare attenzione alla tutela dell’ambiente marino. Nell’Unione Europea dall’80 all’85% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge sono plastica: di questi, gli oggetti di plastica monouso rappresentano il 50% e gli oggetti collegati alla pesca il 27% del totale.
Secondo alcune stime questa normativa riguarderà circa l’86% dei prodotti di plastica monouso rinvenuti sulle spiagge dell’Unione Europea.
Stop alla plastica: i prodotti vietati a partire dal 14 gennaio 2022
Le nuove disposizioni si applicano ai prodotti in plastica monouso, ai prodotti in plastica oxo-degradabile e agli attrezzi da pesca contenenti plastica.
Nel dettaglio i prodotti vietati sono:
- Bastoncini cotonati
- Posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette);
- Piatti;
- Cannucce;
- Agitatori per bevande;
- Aste da attaccare a sostegno dei palloncini;
- Contenitori per alimenti in polistirene espanso, ossia recipienti quali scatole con o senza coperchio, usati per alimenti;
- Contenitori per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi;
- Tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi.
La normativa tuttavia non viene applicata a tutti i prodotti di plastica indiscriminatamente.
Stop alla plastica: i prodotti ammessi a partire dal 14 gennaio 2022
La norma che vieta l’uso della plastica non si applica ai prodotti biodegradabili e compostabili con percentuali di materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40% e, dal 1° gennaio 2024, superiori almeno al 60%. Ai trasgressori verranno applicate sanzioni severe. É bene precisare che la legge consente la vendita dei prodotti non a norma ancora in magazzino fino a esaurimento delle scorte.
Plastica oxo-degradabile e plastica biodegradabile: un po’ di chiarezza
Come visto, nella normativa sono citati diversi tipi di plastiche, ciascuna con delle caratteristiche ben definite.
La plastica oxo-degradabile è, praticamente, la plastica tradizionale a cui sono stati aggiunti additivi per accelerare la frammentazione in particelle minuscole per effetto della radiazione ultravioletta o del calore. La veloce frammentazione dovrebbe accelerare anche la biodegradazione ma, secondo la relazione della Commissione europea del 16 gennaio 2018, non esiste alcuna prova definitiva che, in seguito a questa frammentazione, la plastica oxo-degradabile subisca una biodegradazione completa in un arco di tempo ragionevole, anzi, al contrario, si teme che nell’ambiente marino la plastica oxo-degradabile possa contribuire all’inquinamento da microplastica. Per tale ragione ne è stato proibito l’uso. La plastica oxo-degradabile viene attualmente applicata nel settore del packaging a prodotti quali shopping bag, film per avvolgimento estensibili o retraibili, imballaggi espansi.
Con il termine plastiche biodegradabili ci si riferisce a materiali polimerici che sono in grado di subire una decomposizione in anidride carbonica, metano, acqua, composti inorganici o biomassa, in cui il meccanismo predominante di degradazione è dovuto all’azione enzimatica dei microrganismi. Si considera biodegradabile la plastica in grado di decomporsi di almeno il 90% in meno di 6 mesi.
Sebbene la normativa rappresenti un enorme passo avanti verso l'economia circolare, è importante ricordare che, per ridurre significativamente la quantità di rifiuti prodotta, è preferibile scegliere oggetti riutilizzabili ed evitare l’usa e getta.
Alcune buone pratiche sono l’uso di shopping bag in tessuto per la spesa, borracce in metallo al posto delle bottiglie di plastica e, per i pasti fuori casa, l’utilizzo di un porta posate portatile per trasportare le posate in metallo, invece di utilizzare posate monouso. Inoltre un ruolo centrale continua ad averlo la raccolta differenziata, infatti, l’UE vuole incrementare significativamente la raccolta differenziata delle bottiglie di plastica, con l’obiettivo di raggiungere 77% entro 2025 e ben il 90% entro il 2029. Anche in questo caso, dunque, i cittadini sono chiamati a collaborare, separando e conferendo correttamente i rifiuti.
La normativa, proprio al fine di sensibilizzare il consumatore e renderlo consapevole di come smaltire correttamente la plastica, non regola solo i tipi di plastica ammessa e quelli banditi, ma introduce anche una nuova etichettatura.
La nuova etichettatura per le plastiche
Un’altra novità rilevante, introdotta dalla normativa, riguarda l’obbligo di etichettatura informativa: tutti i prodotti devono contenere un'etichetta con le informazioni sull’impatto ambientale di quel prodotto, per sensibilizzare il consumatore sul suo corretto smaltimento.
L’abolizione della plastica monouso è un provvedimento che l’Unione Europea ha adottato nell’ambito delle strategie volte a raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale e, per perseguire questo obiettivo, tutti i cittadini dell’Unione sono chiamati a fare la loro parte.
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