Negli ultimi mesi, l’Unione Europea ha introdotto alcune modifiche importanti al quadro normativo sulla sostenibilità. L’obiettivo è rendere le regole più chiare e gestibili per le imprese, grazie a scadenze più realistiche e strumenti meglio calibrati. In questo contesto si inserisce una novità principale: la direttiva “Stop the clock”, parte del pacchetto Omnibus I.
Omnibus I: il pacchetto di semplificazione normativa
A fine febbraio 2025, è stato presentato il pacchetto Omnibus alla Commissione Europea. Il pacchetto è pensato per semplificare la normativa europea in materia di sostenibilità e ridurre il carico amministrativo per le imprese, soprattutto in fase di rendicontazione. All’interno del pacchetto Omnibus, ad oggi, è stata approvata solo la direttiva “Stop the clock”, ma sono previste ulteriori misure per semplificare gli obblighi ESG con standard più snelli, ridurre gli oneri burocratici e agevolare le PMI.
“Stop the clock”: più tempo per adeguarsi
Ad aprile 2025, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato in via definitiva la direttiva “Stop the clock”. Il provvedimento ha effetti su due direttive:
- la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che obbliga le imprese dell'Unione Europea a dichiarare l'impatto delle proprie attività su ambiente e società;
- la CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), che impone alle aziende più grandi di adottare pratiche più sostenibili e responsabili.
In particolare, “Stop the clock”:
- posticipa di due anni l’entrata in vigore degli obblighi della CSRD per le grandi imprese non ancora coinvolte e le PMI quotate;
- rinvia di un anno l’avvio e il recepimento nazionale della CSDDD.
La sospensione temporanea non rappresenta una frenata alla transizione sostenibile. L’obiettivo è di evitare di avere scadenze sovrapposte e dare il tempo alle aziende di assorbire gli obblighi progressivamente.
Cosa possono fare le PMI ora
Anche senza obblighi immediati, le PMI si trovano sempre più coinvolte nei meccanismi legati alla sostenibilità: richieste di trasparenza da parte della filiera, accesso al credito, bandi pubblici, rapporti con stakeholder. La fase di “pausa” normativa è quindi un’occasione utile per:
- rafforzare le competenze interne in ambito ESG;
- analizzare i propri impatti e rischi sociali e ambientali lungo la filiera;
- prepararsi a una rendicontazione graduale, coerente e proporzionata.
Investire ora nella sostenibilità significa rafforzare competitività e resilienza nel tempo, rispondendo a un’evoluzione che è già in atto nel mercato.
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