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Biodegradabile e compostabile: quale differenza c'è?

Biodegradabile e compostabile: differenze - A2A

Non tutti conoscono la differenza tra biodegradabile e compostabile, infatti sebbene questi due concetti facciano ormai parte della nostra quotidianità spesso vengono considerati dei sinonimi, quando in realtà sono due termini che hanno un significato diverso. In particolare, esiste una differenza sostanziale in merito al tempo di degradazione del rifiuto biodegradabile e compostabile.

Occupandoci di economia circolare, transizione ecologica ed energetica, come Life Company desideriamo fornire a tutti gli strumenti necessari per adottare uno stile di vita più sostenibile e consapevole. Siamo convinti, infatti, che estendendo il ciclo di vita dei prodotti e smaltendoli correttamente si riduca lo spreco, sia possibile generare valore per la società e il territorio e trasformare lo scarto in risorsa proteggendo il Pianeta.

La corretta gestione dei rifiuti è infatti una pratica essenziale per la sostenibilità ambientale, per essere sicuri di smaltire in modo adeguato i prodotti di scarto che generiamo quotidianamente, riducendo l’impatto sull’ambiente e favorendo il recupero delle risorse. Vediamo quali sono le differenze tra i rifiuti compostabili e biodegradabili, per compiere scelte di consumo più responsabili e sapere dove buttare i prodotti quando arrivano a fine vita.

Il significato di compostabile

Viene definito compostabile un materiale in grado di trasformarsi in compost dopo essersi degradato, ossia un rifiuto che può essere gettato insieme all’umido di casa. Questo processo, che tecnicamente si chiama compostaggio, avviene in presenza di ossigeno e dura solitamente meno di tre mesi. Consiste nella decomposizione biologica di una sostanza organica in condizioni controllate, producendo come risultato finale il compost, costituito soprattutto da humus, microorganismi attivi e microelementi.

I resti di verdura o frutta, gli sfalci e gli scarti di potature, sono alcuni esempi di compost con cui abbiamo a che fare nella vita di ogni giorno. Questo concime nutritivo è ricco di sostanze naturali e microrganismi, per questo motivo è utilizzato frequentemente nel settore agricolo come fertilizzante naturale, per migliorare la struttura del terreno, in modo non invasivo e riducendo l’utilizzo di concimi chimici di sintesi.

Secondo la norma EN 13432, un prodotto può essere definito compostabile quando rispetta determinati requisiti:

  • è in grado di decomporsi del 90% in un periodo di 6 mesi, all’interno di un ambiente con un’elevata concentrazione di anidride carbonica;
  • quando è a contatto con materiale organico, come avviene nel compost, entro 3 mesi deve essere costituito al 90% da elementi inferiori a 2 millimetri;
  • non deve contenere metalli pesanti né compromettere il processo di compostaggio.

Cosa si intende per biodegradabile

Viene definito biodegradabile un materiale in grado di subire una degradazione biologica (o biodegradazione) e dissolversi in modo naturale, attraverso l’azione enzimatica di alcuni microorganismi. Tramite l’attività di batteri o agenti fisici naturali (ad esempio la luce del sole), un materiale biodegradabile può essere scomposto in sostanze più semplici come acqua, metano, anidride carbonica.

Le tempistiche di questo procedimento sono più lunghe rispetto al compostaggio, in genere almeno sei mesi, inoltre dipendono dall'ambiente in cui avviene la degradazione biologica e dalla natura chimica del materiale sottoposto a questo processo. In pratica, un rifiuto biodegradabile è un prodotto o un materiale capace di decomporsi naturalmente in tempi piuttosto brevi.

La differenza tra biodegradabile e compostabile

Per quanto riguarda il tipo di rifiuti, la differenza tra compostabile e biodegradabile risiede soprattutto nei tempi necessari alla degradazione naturale del materiale. Un prodotto o materiale biodegradabile deve essere in grado di compiere la degradazione entro 6 mesi, processo che può avvenire sia in modo aerobico che anaerobico. Al contrario, un prodotto o materiale compostabile deve degradarsi entro 3 mesi, quindi il processo deve avvenire con una tempistica dimezzata rispetto ai rifiuti biodegradabili.

Un’altra differenza tra biodegradabile e compostabile risiede nella forma in cui i due materiali tornano alla terra. Mentre i prodotti biodegradabili tornano alla natura sotto forma di elementi semplici come i sali minerali, una volta completato il processo di degradazione naturale, i prodotti compostabili tornano alla terra sotto forma di compost, quindi di sostanze nutritive che arricchiscono il terreno e lo rendono più ricco di microelementi utili per l’ecosistema naturale.

In pratica, un materiale compostabile è anche biodegradabile, in quanto può essere considerato un prodotto di scarto che risponde a criteri più rigidi in termini di degradazione naturale; quindi tutto ciò che è compostabile si degrada più rapidamente e può essere ritenuto anche biodegradabile. Al contrario, un materiale biodegradabile non è sempre compostabile, ma dipende dalle caratteristiche chimiche del prodotto e dalla sua velocità di degradazione. 

Come gestire un rifiuto biodegradabile o compostabile

Innanzitutto, per effettuare una corretta raccolta differenziata è necessario consultare le informazioni fornite dal proprio comune di residenza e quelle riportate sugli imballaggi, cercando i simboli di riciclabilità e di identificazione dei materiali. Questi dati sono essenziali per sapere come gestire i vari tipi di rifiuti, per essere certi di smaltire in modo idoneo i prodotti di scarto compostabili e quelli biodegradabili, tutelando l’ambiente e rispettando il sistema adottato nel proprio comune.

I prodotti che riportano sull'etichetta biodegradabile, come le bottiglie in plastica biodegradabile, non vanno smaltiti nei rifiuti organici o gettati nell'ambiente, in quanto possono essere nocivi per la natura e gli ecosistemi terrestri e marini. Ad esempio, la plastica biodegradabile va conferita nella raccolta differenziata della plastica, affinché venga recuperata e distinta dagli altri rifiuti per essere reintrodotta nel ciclo produttivo.

I prodotti che riportano sull'etichetta l'indicazione compostabile, invece, come i sacchetti organici, possono essere gettati insieme all’umido di casa, in quanto si tratta di materiali non nocivi per l’ambiente. Ovviamente, bisogna sempre informarsi bene sulle procedure di riciclo previste nella propria zona, per controllare come gestire i rifiuti compostabili in maniera corretta. Ad ogni modo, i prodotti compostabili devono riportare in etichetta la dichiarazione di compostabilità.

Quando si fa la spesa è importante prediligere prodotti confezionati con imballaggi a basso impatto ambientale: quelli biodegradabili e compostabili sono meno nocivi per l’ambiente, insieme alle bioplastiche e alla carta certificata FSC, ovvero prodotta da materie prime ricavate da foreste gestite in modo sostenibile. Tuttavia, per limitare i danni ambientali e adottare uno stile di vita zero waste è necessario scegliere quando possibile i prodotti compostabili, in quanto hanno un’impronta ecologica inferiore rispetto ai materiali biodegradabili.

 

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