Salta al contenuto principale

Smaltimento rifiuti: trasformare lo scarto in risorsa

smaltimento rifiuti

Negli ultimi anni la gestione dei rifiuti si è evoluta passando dal conferimento in discarica all’economia circolare

L’italia è leader nel riciclo dei rifiuti. Con una percentuale pari al 79,4% sulla totalità dei rifiuti sia urbani sia speciali, si colloca al di sopra della media europea (49%).

Per decenni il metodo di elezione per lo smaltimento dei rifiuti è stato il loro conferimento in discarica. Tuttavia le discariche provocano l’inquinamento del suolo con il rischio di contaminare anche la falda acquifera sottostante. Un altro problema è rappresentato dai gas generati dalla decomposizione dei materiali organici. L’accresciuta sensibilità ambientale ha portato all’adozione di sistemi di gestione dei rifiuti più sostenibili, basati sulla riduzione a monte della produzione di rifiuti e sul riciclaggio. 

La gestione dei rifiuti è un tema ampio e complesso e anche la sua regolamentazione è altrettanto articolata.

La legislazione italiana sulla gestione dei rifiuti

La gestione dei rifiuti in Italia è normata sia a livello nazionale sia a livello regionale, sia a livello comunale. La materia è stata regolata organicamente dal DPR 915 del 10 settembre 1982, emanato in attuazione delle direttive CEE n. 75/442 (relativa ai rifiuti pericolosi), n. 76/403 (relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili) e n. 78/319 (relativa ai rifiuti in generale). Il sistema introdotto da questo decreto si fondava sulla gestione del rifiuto mediante l’eliminazione dello stesso, senza valorizzarne la possibilità di riutilizzo e riciclo. Per questa e altre ragioni negli anni si sono susseguiti vari aggiornamenti della normativa.

Nel 1997 il Decreto Ronchi ha tentato un riordino dell’intera normativa, recependo alcune direttive europee. Il decreto indica come prioritaria la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti, inoltre stabilisce che è da preferirsi il recupero, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti rispetto allo smaltimento in discarica.

Un ulteriore aggiornamento della normativa arriva nel 2006 con il Testo Unico Ambiente (TUA). Il TUA, come in precedenza il “decreto Ronchi”, dedica una norma apposita alla classificazione dei rifiuti.

La classificazione dei rifiuti

L’articolo 184 del D.Lgs. n. 152/2006 classifica i rifiuti secondo due criteri: in base all'origine del rifiuto e in base alla pericolosità.

In base all’origine distinguiamo:

  • rifiuti urbani, cioè quei rifiuti provenienti da spazzamento delle strade, pulizia di aree verdi, da abitazioni e i rifiuti ingombranti di origine domestica;
  • rifiuti speciali sono quelli provenienti da attività industriali, agricole, artigianali, commerciali e di servizi.

Sia i rifiuti urbani sia i rifiuti speciali possono essere a loro volta classificati sulla base delle caratteristiche di pericolosità, come pericolosi e non pericolosi:

  • I rifiuti urbani pericolosi (RUP) sono costituiti da tutta quella serie di rifiuti che, pur avendo un'origine domestica, contengono al loro interno un'elevata dose di sostanze pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei rifiuti urbani non pericolosi. Tra i RUP, i principali sono i medicinali scaduti e le pile.
  • I rifiuti speciali pericolosi sono quei rifiuti generati dalle attività produttive che contengono al loro interno un'elevata dose di sostanze inquinanti.

A seconda dell’origine e della pericolosità, i rifiuti sono gestiti con modalità diverse. 

La gestione dei rifiuti 

Per gestione del ciclo dei rifiuti si intende l’insieme delle azioni, che vanno dalla produzione del rifiuto fino allo smaltimento, volte a minimizzare l'impatto ambientale e sanitario e puntando al recupero di risorse dai rifiuti stessi.

La gestione dei rifiuti urbani cambia molto da città a città, tuttavia esistono linee guida alle quali le amministrazioni cittadine devono fare riferimento, mentre sulle modalità di raccolta e ritiro ogni comune è libero di scegliere. Si possono sostanzialmente individuare tre fasi della gestione dei rifiuti: raccolta e trasporto, trattamento e infine lo smaltimento.

Raccolta e trasporto dei rifiuti

La raccolta e il trasporto permette di mantenere salubri gli ambienti e gli spazi in cui si vive. In questa fase un ruolo importante lo riveste la raccolta differenziata, presupposto indispensabile per il riciclo dei rifiuti. I rifiuti possono essere ritirati porta a porta o per strada da mezzi diversi a seconda delle tipologie. Vengono poi trasportati nelle stazioni di trasferimento, impianti dove i vari tipi di rifiuti sono smistati e trasferiti negli impianti finali per il loro trattamento. A seconda del tipo di raccolta effettuata si possono avere diversi tipi di trattamento dei rifiuti.

Il trattamento dei rifiuti 

L’articolo 2 della Direttiva 1999/31/CE definisce il trattamento dei rifiuti come l'insieme dei “processi fisici, termici, chimici, o biologici, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero”. 

Nei rifiuti differenziati possiamo distinguere due componenti che seguono trattamenti diversi: 

  • una componente organica destinata al compostaggio per la produzione di concimi;
  • una componente inorganica, costituita da carta e cartone, vetro, plastica alluminio e metalli, destinata al riciclaggio.

Un caso particolare è rappresentato dai cosiddetti rifiuti ingombranti, cioè quei rifiuti di grandi dimensioni per i quali non è previsto il conferimento in nessuna delle tipologie di raccolta differenziata disponibili. Spesso questo genere di rifiuti sono composti da materiali differenti, quindi devono essere gestiti attraverso un processo di smaltimento dedicato.

I rifiuti indifferenziati, invece, sono destinati ai termovalorizzatori per recuperarne energia termica destinata alla produzione di energia elettrica e al teleriscaldamento. Alla fine del trattamento gli scarti vengono avviati allo smaltimento.

Lo smaltimento dei rifiuti

Gli scarti derivanti dai processi di trattamento dei rifiuti, sia differenziati sia indifferenziati, sono di solito conferiti in discarica.

Tuttavia la discarica non è sempre la destinazione finale degli scarti. In molti paesi dell’Unione Europea le ceneri provenienti dal processo di combustione dei rifiuti urbani, sono utilizzate per la formazione di conglomerati bituminosi o nell’industria del cemento, dove sono impiegate al posto della sabbia naturale.

Per esempio in Italia A2A Ambiente utilizza le ceneri prodotte dai termovalorizzatori per la produzione di piastrelle in gres porcellanato. Grazie a impianti di trattamento innovativi e a elevate performance ambientali, A2A Ambiente recupera l’80% del volume dei rifiuti raccolti in modo differenziato trasformando i rifiuti in risorsa

Ti è piaciuto questo articolo?

 

Iscriviti alla newsletter