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Cambio ora legale a ottobre: quale impatto su salute e risparmio?

Cambio ora legale a ottobre - A2A

Lancette dell’orologio indietro di un’ora: in questo 2023 il cambio da ora legale a ora solare avverrà il 29 ottobre. Le giornate avranno un’ora in meno di luce e l’inverno ci ricorda come un promemoria sul calendario che in breve toccherà a lui. Il cambio dell’ora però non ha effetti solo sul nostro ritmo sonno-veglia e sulla gestione delle nostre giornate, ma anche sull’ambiente. Del resto, la maggiore o minore quantità di luce è uno dei fattori che più influenzano il consumo energetico e la conseguente possibilità di risparmiare energia. Ma quali sono gli effetti sull’ambiente e sull’utilizzo che facciamo dell’energia? Scopriamolo insieme.

Come nasce il cambio dell’ora?

In Italia il fatidico cambio da ora solare a legale è stato adottato stabilmente nel 1965, proprio con l’introduzione dell’ora legale, prima assente dai calendari. Ovviamente va considerato che, se in quegli anni l'elettricità veniva usata soprattutto per l'illuminazione e per l’ambiente casalingo e lavorativo, al giorno d'oggi la richiesta di energia è notevolmente aumentata ed è legata non solo alla disponibilità di luce ma anche al bisogno di far funzionare macchinari di vario tipo come auto, strutture e soluzioni di uso quotidiano (device elettronici, linee ferrovie, ecc.). L’era digitale, e più in generale il futuro, è infatti strettamente legata all’elettricità.

Gli effetti del passaggio orario sull’ambiente

Per comprendere l'impatto che il cambio dell'ora legale esercita sull'ambiente, è necessario tenere in considerazione che nel nostro Paese circa il 40% dell'energia elettrica viene prodotta da centrali termoelettriche alimentate a metano. Ora, durante il periodo dell’ora legale, si risparmiano combustibili fossili ed energia elettrica, poiché si utilizza meno l’illuminazione artificiale, sfruttando diversamente le ore di luce nel corso della giornata.

Prendendo in considerazione le stime di Altroconsumo, dal 2004 al 2021, grazie all'ora legale, il nostro Paese avrebbe risparmiato circa 10,5 miliardi di kilowattora, riducendo di 200mila tonnellate le emissioni di CO2 nell'atmosfera. E benefici ancora maggiori si registrano nei Paesi che dipendono dal carbone come fonte energetica, quali ad esempio Polonia, Repubblica Ceca e Germania.

I pro e contro dell'ora solare sulla salute

Come documenta anche il progetto europeo EUCLOCK, e come accennavamo inizialmente, è un dato di fatto che il cambio dall'ora solare all’ora legale possa influenzare il ritmo sonno-veglia delle persone. Se si seguisse per l'intero anno l'ora solare, secondo questi studi, si favorirebbe il ritmo circadiano naturale del corpo umano (una sorta di orologio interno, da cui dipende il nostro ciclo sonno-veglia), poiché il giorno inizierebbe con la luce naturale del sole. Inoltre, evitando cambi frequenti di orario, si contribuirebbe a mantenere una routine più stabile delle proprie attività.

D’altro canto, il principale svantaggio dell'ora solare consiste nella brevità delle giornate durante l'inverno, che influenza negativamente la produttività. Ma bisogna anche tenere conto che la riduzione delle emissioni, dovuta al passaggio dall'ora solare all'ora legale, porta evidenti benefici sulla salute delle persone: per esempio, è stato calcolato, che 200mila tonnellate di CO2 in meno corrispondano alla quantità assorbita piantando dai due ai sei milioni di nuovi alberi.

L’impatto del cambio dell’ora legale sul portafoglio

L’ora legale può portare benefici anche economici? Su questo aspetto, studi e ricerche offrono prospettive contrastanti. In base ai dati della società Terna, che gestisce la rete di trasmissione nazionale, quest'anno i sette mesi di ora legale avrebbero fatto risparmiare all'Italia circa 190 milioni di euro, equivalenti al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie.

Secondo la Società italiana di medicina ambientale (Sima), se l’ora legale venisse resa permanente tutto l’anno nel nostro Paese porterebbe a un risparmio in bolletta di 382 milioni di euro. Come riporta Il Sole 24 Ore, però, altre ricerche evidenziano che nella nostra epoca i benefici economici dell’ora legale si stanno riducendo e non si verificherebbero nel corso dell'intero anno, bensì sarebbero concentrati nei mesi "di passaggio" tra inverno ed estate, cioè ottobre e aprile. Inoltre, il consumo di energia elettrica d'estate non è tanto legato al numero di ore di luce naturale, quanto all'utilizzo di condizionatori.

Spostare le lancette in avanti, dunque, non basterebbe a contenere i consumi energetici: per ridurre i costi in bolletta e, al tempo stesso, avere un impatto minore sull'ambiente, diventa fondamentale che ciascuno di noi adotti comportamenti virtuosi, limitandosi nel quotidiano spreco di energia.

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