Il biennio 2023-24 rappresenterà un passaggio cruciale nello sviluppo della mobilità sostenibile nel nostro Paese. Lo scorso 6 ottobre, è stato firmato il decreto che definisce i criteri e le percentuali di ripartizione del nuovo Fondo per la mobilità sostenibile, istituito con la Legge di Bilancio 2022.
Si tratta di uno stanziamento pari a 2 miliardi di euro da spendere nei prossimi ventiquattro mesi, destinato a sostenere la rivoluzione verde e la transizione ecologica nel settore dei trasporti. Il Fondo contribuirà al raggiungimento degli obiettivi previsti nel programma Fit for 55 approvato nel 2021 dalla Commissione Europea, finalizzato all'abbattimento entro il 2030 del 55% delle emissioni inquinanti all'interno dei paesi dell'UE rispetto al 1990 e il loro azzeramento entro il 2050.
Vediamo cosa prevede la strategia del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per capire come saranno utilizzate le risorse per rendere più sostenibile la mobilità in Italia e diminuire l’impronta di carbonio dei trasporti.
Quando è nato il Fondo per la mobilità sostenibile?
Il primo Fondo per la mobilità sostenibile è stato introdotto in Italia nel 2007, quando l’allora Ministero dell’Ambiente inserì uno stanziamento di 90 milioni di euro nella legge finanziaria per il triennio 2007-2009. All’epoca gli interventi promossi erano legati al miglioramento della qualità dell’aria, al rilancio del metano come carburante per l’autotrazione e al sostegno del car sharing.
Dal 2013, invece, sono stati promossi incentivi per la mobilità elettrica, mettendo a disposizione contributi pubblici per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi. Oggi il Fondo continua ad essere uno strumento indispensabile, per favorire la transizione verso la mobilità sostenibile e rispettare i target europei sulla riduzione delle emissioni inquinanti.
Gli obiettivi del Fondo per la mobilità sostenibile
Il nuovo Fondo per la mobilità sostenibile è stato istituito tenendo conto dei risultati del rapporto "Decarbonizzazione dei trasporti", presentato nell'aprile dello scorso anno dalla Stemi, la Struttura per la transizione ecologica della mobilità e delle infrastrutture, istituita all’interno del Mims.
Il rapporto evidenzia come il settore dei trasporti in Italia sia responsabile del 25,2% delle emissioni di gas serra e del 30,7% delle emissioni di CO2. Il 92,6% di questi elementi inquinanti è attribuibile al trasporto stradale di passeggeri e merci.
A fronte di tali dati il Ministero ha voluto dare una svolta alla situazione, mettendo a disposizione le risorse necessarie per un radicale intervento di rinnovamento e decarbonizzazione di tutto il comparto del trasporto pubblico e privato, focalizzandosi in particolare sui seguenti settori:
- acquisto di autobus elettrici;
- acquisto di treni a idrogeno;
- realizzazione di piste ciclabili;
- sviluppo dell'intermodalità nel trasporto delle merci;
- adozione di carburanti alternativi per navi e aerei;
- conseguimento dell'autosufficienza energetica degli aeroporti;
- rinnovo dei mezzi per l’autotrasporto.
Come verranno ripartite le risorse del Fondo?
Il decreto ha stabilito la ripartizione dei 2 miliardi di euro messi a disposizione dal Fondo per la mobilità sostenibile, che nei prossimi due anni verranno concretamente impegnati attraverso successivi decreti, volti a stabilire gli interventi ammissibili, i soggetti attuatori e le modalità di monitoraggio.
Vediamo nel dettaglio quali sono le percentuali e gli ambiti di ripartizione:
- Interventi sulla mobilità urbana. Il 50% del Fondo, pari a 1 miliardo di euro, verrà destinato a interventi sulla mobilità nelle Città metropolitane e nei Comuni con più di 100.000 abitanti, con un focus sulla e-mobility e la micromobilità. Comprende l’acquisto di nuovi veicoli elettrici per il trasporto pubblico locale, l'installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici, la pedonalizzazione delle aree urbane, l'implementazione della mobilità ciclistica e la creazione di infrastrutture digitali per gestire e monitorare i flussi del traffico veicolare.
- Abbattimento delle emissioni del trasporto extraurbano. Il 15% del fondo (300 milioni di euro) sarà destinato alla realizzazione di punti di ricarica per i veicoli elettrici lungo le strade extraurbane non a pedaggio della rete SINT, ma anche per l'acquisto di nuovi mezzi di trasporto pesanti a zero emissioni.
- Riduzione delle emissioni del trasporto navale. Altri 300 milioni andranno a finanziare il "refitting" delle navi, ossia il loro ammodernamento per renderle compatibili con l'utilizzo del cold ironing, il sistema che consente di mantenere attivi i sistemi di bordo durante la fase di stazionamento in porto senza ricorrere al consumo di combustibili fossili. Il cold ironing funziona grazie al collegamento delle navi con i punti di ricarica elettrica delle banchine portuali, che verranno implementati attraverso i fondi messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Verrà inoltre finanziata l'elettrificazione dei battelli per il collegamento con le isole e verranno sostenuti progetti sperimentali per lo sviluppo di combustibili alternativi per il trasporto navale.
- Autosufficienza energetica degli aeroporti. Il 10% del Fondo, pari a 200 milioni di euro, finanzierà gli interventi volti ad abbattere il consumo energetico delle strutture aeroportuali, attraverso l'installazione di sistemi come i pannelli solari fotovoltaici che consentono di produrre in proprio l'energia necessaria, compreso il passaggio a forniture energetiche provenienti da fonti 100% rinnovabili. Verranno inoltre sostenuti i progetti sperimentali per lo sviluppo e l'adozione di carburanti alternativi nel trasporto aereo.
- Intermodalità del trasporto merci. Il 7,5% del Fondo (150 milioni di euro), è destinato a favorire lo "shift modale" nel trasporto merci e passeggeri, ovvero il passaggio dall'attuale preminenza di trasporti su gomma a un sistema basato sui trasporti di tipo ferroviario, caratterizzati da emissioni inquinanti molto più contenute.
- Decarbonizzazione delle linee ferroviarie. L'ultima tranche del Fondo (il 2,5% del totale, corrispondente a 50 milioni di euro) finanzierà infine gli interventi di decarbonizzazione delle linee ferroviarie non elettrificate, attraverso il supporto all'acquisto di treni a batteria e a idrogeno, apportando così ulteriori risorse alla sperimentazione già prevista dal PNRR.
I fondi europei per la mobilità sostenibile
Ovviamente anche l’Unione Europea sta investendo nella mobilità sostenibile, supportando la transizione verso la green mobility nei vari Paesi UE. In particolare, tra i fondi europei per la mobilità sostenibile, il programma Next Generation EU prevede il supporto dei piani nazionali di transizione verde e digitale, ad esempio con lo stanziamento di 62 miliardi euro per il PNRR italiano in merito agli interventi di sostenibilità nella mobilità sostenibile, nella logistica e nelle infrastrutture.
Nel dettaglio, i Comuni e le città metropolitane italiane potranno beneficiare in tutto di 40 miliardi di euro nel periodo 2021-2027, con la sola Milano che avrà a disposizione 1,1 miliardi di euro da spendere entro la fine del 2026. Il capoluogo lombardo investirà una parte considerevole delle risorse europee nella mobilità sostenibile, tra cui 249 milioni di euro per l’acquisto di autobus a emissioni zero e 59 milioni di euro per potenziare le infrastrutture di ricarica.
Il futuro della mobilità è elettrico
Gli interventi previsti dal Fondo per la mobilità sostenibile mostrano in modo chiaro come il futuro della mobilità e dei trasporti risieda sostanzialmente nelle transizione dai combustibili fossili all'elettrico e all’idrogeno.
Come Life Company, noi di A2A supportiamo questo processo. Riteniamo, infatti, che il miglioramento della qualità della vita delle persone e delle comunità rappresenti un obiettivo prioritario. Per questo abbiamo adottato un Piano di transizione ecologica, che punta ad azzerare entro il 2040 le emissioni generate dalle attività del nostro Gruppo.
Inoltre, ci impegniamo costantemente nel mettere a disposizione di chi ci sceglie prodotti e servizi che consentano di ridurre l'impatto ambientale, come ad esempio le nostre soluzioni per la mobilità e micromobilità elettrica.